21 giugno 2018
Ringrazio gli Onorevoli interroganti per aver portato all’attenzione del Parlamento alcuni dei temi alla base della nostra azione.
Come testimoniano gli ultimi dati Istat, diffusi una settimana fa, nel 2017 si è registrato un nuovo record negativo: sono stati infatti iscritti in anagrafe per nascita solo 458.151 bambini, l’ennesimo minimo storico dall’Unità d'Italia. A maggio di quest’anno lo stesso Istituto di Statistica ha diffuso altri dati allarmanti: nel 2065, ovvero tra 47 anni, la popolazione italiana sarà pari a 54,1 milioni, con una flessione rispetto al 2017 di 6,5 milioni.
Illustri economisti e demografi confermano l’inscindibile nesso tra crisi della natalità e crisi economica. Il Professor Ettore Gotti Tedeschi ha più volte affermato che “senza alcun dubbio, la crisi economica è stata originata dalla crisi demografica”. Il Professor Carlo Cottarelli ha collocato proprio il “crollo demografico” tra i sette vizi capitali che bloccano l’economia italiana. Il Professor Gian Carlo Blangiardo ha sottolineato, nel febbraio di quest’anno, come i dati riflettano una “crisi demografica senza precedenti, con un’importanza pari alla crisi economica”.
Il Documento di Economia e Finanza del 2017 conferma come la politica economica dell’Italia dei prossimi anni dovrà - cito testualmente - “vincere la sfida della crescita e della riduzione del debito pubblico in rapporto al PIL. Questa sfida - conferma il Def - è anche collegata alla questione demografica: la popolazione italiana è invecchiata, le nascite e il tasso di fecondità sono in calo”.
Gli istituti del bonus bebè, del premio alla nascita e del bonus nido finanziati in questi ultimi anni, così come altri interventi in tema ad esempio di voucher baby sitter e asili nido, si sono rivelati insufficienti; altri, come nel caso della carta famiglia, sono rimasti allo stato embrionale. Evidentemente, questi interventi non hanno sopperito alla mancanza di una programmazione strategica delle politiche familiari, ossia a una regia complessiva dell’azione di Governo capace di indirizzare e promuovere in modo sinergico le politiche volte al sostegno e al benessere della famiglia e al rilancio della natalità e di dare impulso a interventi selettivi in ogni ambito, in primis quello economico, fiscale, del lavoro, della salute, dell’istruzione e della cultura, in raccordo con i Ministri competenti per le politiche settoriali e tenuto conto anche delle azioni promosse nella medesima prospettiva dall'Unione europea.
La sfida di invertire il trend negativo da record che è in atto è improba e ne siamo consapevoli. Le politiche demografiche richiedono infatti sforzi considerevoli e gli effetti si misurano sul lungo periodo. Ma senso di responsabilità e attenzione al futuro dei nostri figli ci impongono di non guardare agli appuntamenti elettorali bensì ad orizzonti ben più ampi.
L’articolo 18 del contratto di governo è interamente dedicato alle politiche familiari.
In sintesi riteniamo fondamentale che la spinta alla demografia prenda le mosse da misure concrete, lungo le direttrici di:
- Un sistema fiscale “family friendly”, che possa coniugarsi, sul versante dell’imposizione diretta, con la realizzazione di una drastica semplificazione tributaria che conferisca specifica valenza al reddito dei nuclei familiari, e che possa altresì rendere meno onerosa l’imposizione indiretta con riferimento ai beni e servizi relativi all’infanzia;
- Una rete di sostegno all’assunzione delle responsabilità genitoriali profondamente razionalizzata, anche attraverso una valorizzazione dei consultori familiari e delle esperienze dei Centri per la famiglia , sulla base di una più complessiva rivisitazione del sistema integrato di interventi e prestazioni sociali, diretta a costruire un nuovo welfare familiare articolato tra i diversi livelli di governo, adeguatamente e stabilmente finanziato, ispirato a criteri equitativi coerenti con le reali esigenze dei nuclei familiari;
- Una sistematizzazione e integrazione degli interventi di promozione della natalità e di sostegno alla maternità e alla paternità, agendo sia sul versante ordinamentale sia sul piano del rafforzamento dei sussidi e delle altre agevolazioni a sostegno della genitorialità.
Le priorità da adottare saranno modulate sulla base delle esigenze concrete riscontrate, attraverso un costante confronto con il mondo delle Associazioni e le storie di vita vissuta. Siamo inoltre impegnati in un’opera di condivisione delle buone prassi messe in atto, nell'ambito delle politiche per la famiglia, a livello internazionale. Solo operando contestualmente e in modo coordinato sul piano delle politiche fiscali, del sistema dei servizi e delle prestazioni sociali, socio-sanitarie e socio-educative e su quello degli istituti normativi di sostegno e promozione della famiglia, è possibile invertire il trend negativo della natalità che affligge il nostro Paese. Per riuscire in questa impresa siamo consapevoli che sia necessario uno sforzo corale e il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, delle forze sociali e dell’universo del terzo settore. La direzione è chiara: sono certo di poter trovare in questo Parlamento il sostegno necessario a conseguire l’obiettivo che si prefigge questo Governo che, per la prima volta nella storia d’Italia, ha tra l’altro ricondotto a un ministero ad hoc (che mi onoro di rappresentare) le competenze - anche sul versante delle disabilità - che si intrecciano strettamente con le politiche familiari, sottolineando in tal modo l’attenzione e l’aspetto qualificante che queste misure avranno nell'ambito dell’attività dell’Esecutivo.